Questo post
rappresenta il seguito del post n° 6, in esso descriverò la
valutazione degli scarabocchi sotto un’altra prospettiva denominata
“CLINICA”.
Essa è un modo
di vedere gli scarabocchi dal lato umano ed emotivo vedendo nel
disegno un modo del fanciullo di esprimere le proprie emozioni e
anche i propri problemi.
La “traduzione”
dello scarabocchio va fatta osservando la tipologia di linee, il modo
di usare il foglio e il dove viene eseguito lo scarabocchio rispetto
al foglio.
Lo studio dello
scarabocchio come modo di espressione personale risale agli anni ’20
con Minna Becker, che lo equiparò alla scrittura usando la
grafologia, proseguendo con T. Schimdl-Waener (1942) che definì i
disegni, costituiti da linee spezzate, corte come un ‘espressione
di un carattere aggressivo invece le linee tondeggianti fanno parte
di un temperamento dolce e conciliante.
Uno
studio completo ed approfondito riguardante la correlazione
temperamento - disegno fu condotto da Rose Alschuer e Berta Weiss
Hattwick anche loro conclusero,
che il disegno di rette e angoli come il risultato di un carattere
che manifesta aggressività e tendenza a imporsi sugli altri e al
contrario le linee rotondeggianti presuppongono sensibilità e un
bisogno di essere incoraggiati e approvati dagli adulti.
Per quanto
riguarda l’utilizzo del foglio, le due studiose americane
ritengono che utilizzare la parte superiore indichi una tendenza
all’auto - affermazione mentre l’uso di quello inferiore un
individuo “solidamente radicato ”.
In successione a
questi studi troviamo quelli condotti a meta degli anni ’60 da
Louis Corman il quale divide lo scarabocchio in:
-“ PRE -
SCARABOCCHIO”: quando il bambino è molto piccolo e non ha
controllo motorio e i movimenti sono poco ampi.
-“SCARABOCCHIO
VERO E PROPRIO”: il quale è contraddistinto dal controllo vero
e proprio sui movimenti unito a una volontà di imprimere un segno
sul foglio.
Per Corman gli
scarabocchi fin dagli inizi sono generati da impulsi. Anche lui
considerò le linee spezzate come un’espressione di aggressività
mentre quelle rotondeggianti come espressione di dolcezza e
comprensione. Egli ritenne però che solo nella fase dello
“SCARABOCCHIO VERO E PROPRIO” si possa dare un significato
psicologico completo agli stessi.
"Scarabocchio sadico-anale" Fonte:"Corman (1966)" |
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Lo scarabocchio “SADICO-ANALE” è prodotto a partire dai 2 anni ed esprime l’omonima fase di crescita in cui il bambino tende all’aggressività e alla sporcizia. Esso tratta il foglio con violenza impugnando la matita come un’arma e tracciando linee con violenza fino a che non ha finito la punta della matita; in genere i maschi utilizzerebbero linee spezzate invece le femmine quelle arrotondate.
Un’altra
variante propria di questo periodo
è lo scarabocchio sfumato creato sporcando il foglio in maniera
“delicata” con effetto nebbia; esso presuppone una situazione di
depressione del fanciullo forse scaturita da una repressione
dell’aggressività.
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"Scarabocchio sublimazione"
Fonte:"Corman (1966) -
"Scarabocchio di rimozione e
di cancellazione"
Fonte:"Corman (1966)"
- Ultimo e quello
detto di “ISOLAMENTO” risultato di un ‘isolamento
"Scarabocchio reattivo"
Fonte:"Corman (1966)
"Scarabocchio di isolamento" Fonte: "Corman (1966)" |
E' fatto bene, complimenti, perché dà, in breve, alcune indicazioni senza entrare nel merito di un saper più ampio che si intravvede ma che, se sviluppato, avrebbe fatto perdere in coerenza ed efficacia il testo.
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