Nel libro
“Personalità e scarabocchio” Quaglia ha evidenziato che lo
scaracchio rappresenta lo stato emotivo del bambino.
Lui sostiene che “un
bambino gioioso riempirà di sé il proprio mondo, pari
a una linea libera di correre sul foglio. Un bambino
triste si raggomitolerà, invece, nel proprio angolo. Il
bambino buono e socievole traccerà linee buone e arieggiate; un
bambino arrabbiato traccerà linee cattive e chiuse” (Quaglia,
2003, p. 47).
I segni non si
limiterebbero quindi a rappresentare l’oggetto ma diventerebbero
una esteriorizzazione grafica di una specifica situazione affettiva,
o di immagini emotive che fanno riferimento ai tre sentimenti che
costituiscono la personalità. Essi sono:
-
il sentimento che accompagna la crescita e grazie al quale ci sentiamo adulti o bambini senza tenere conto dell’età anagrafica;
-
il sentimento che ci identifica come maschio o femmina in accordo o no con il proprio sesso biologico;
-
infine il sentimento che giudica il nostro valore per noi senza tenere conto della nostra considerazione della nostra società.
Quaglia identifica
il foglio (dove viene creato lo scarabocchio) come lo specchio in cui
si manifestano le immagini dei nostri sentimenti sia profondi che
superficiali.
In questi studi è
emerso che esistono due tipi di scarabocchi, essi sono chiamati:
-
"Scarabocchio di conciliazione"
Fonte:"Quaglia (2001)"
-
“INCONCILIANTI”: essi sono il risultato di una situazione familiare in cui il padre e la madre sono in disaccordo nell'educazione del figlio per esempio: il padre vorrebbe che il figlio crescesse in fretta e fosse autonomo nei limiti posti dall'età, mentre la madre lo considera sempre un bambino e lo educa all'obbedienza e alla mansuetudine.
"Scarabocchio inconciliante" Fonte: "Quaglia (2001)" |
Fonte dati: F. Monti, R. Fava, B. Luppi, "Lo Scarabocchio al Nido", edizioni junior.
Salve Giorgia,
RispondiEliminaLeggendo il post, mi è sorto una domanda, gli scarabocchi possono essere considerati come dei "mini racconti", un "libro fatto di figure" ?
Grazie, Sara