Se si osservano le
prime rappresentazione grafiche del disegno del bambino si possono
trovare similitudini con i comportamenti dei primati.
Essi tra di loro
hanno in comune il piacere nel lasciare la propria traccia, provocato
dal rapporto tra atto motorio e atto visivo che dipendono entrambi
solo dal mondo interiore, cioè la propria volontà, e non da una
ricompensa esterna.
L'evoluzione delle
grafiche pittoriche del bambino e della scimmia avvengono attraverso
due atteggiamenti: la ripetizione dello stesso tema permettendo così
di migliorarlo sempre di più e il secondo riguarda la variazione del
tema di partenza provando piacere di acquisire nuovi modi di
espressione. Questa evoluzione avviene sia nel bambino che nei
primati secondo un processo schematico simile perché il fanciullo e
la scimmia adulta hanno alcune caratteristiche simili per quanto
riguarda il sistema nervoso.
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"Bambina che dipinge"
Fonte:"https://blog.pianetadonna.it/kirasworld/
i-diritti-dei-bambini-all-asilo-nido"
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Ognuno dei due
osserva l'ambiente e trae da esso spunti per il “disegno”, ma la
differenza sostanziale riguarda la traduzione del concetto visivo del
disegno in linguaggio, l'associazione disegno – termine che i
primati non riescono a fare in quanto il loro linguaggio risulta
molto limitato, invece il bambino a due anni e mezzo circa davanti
alla domanda che gli viene posta “che cosa hai disegnato?” riesce
a denominare a suo modo quello che ha rappresentato.
Fonte dati: F. Monti, R. Fava, B. Luppi, "Lo Scarabocchio al Nido", edizioni junior.
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