lunedì 4 aprile 2016

La Genesi del disegno nell'essere umano

In risposta alla domanda posta da Maria Vittoria pubblico questo post sperando non sia solo utile a una persona ma di interesse comune.
Una delle domande che ci possiamo porre potrebbe essere questa: “Ma come mai i bambini disegnano?”

"Bambina intenta al disegno"
Fonte: "http://mybimbo.it/2016/02/stabilo-woody-pennarelli/"

Bisogna, in primo luogo, comprendere che un bambino che disegna è un bambino che sta giocando con la sua mente e che pertanto, è impegnato in un'attività creativa.
Creare, come sostiene Martin Buber (1926) è l'attività più naturale dell'uomo per non dire l'istinto primordiale della vita che a tutt'oggi ci permette di risolvere i vari problemi che ci troviamo ad affrontare.
Il disegno può essere anche considerato come un gioco motorio accompagnato a una testimonianza che il bambino lascia nell'ambiente che esso associa ad un significato molto profondo ad esempio quello “dell'esserci nel mondo”.
Quindi il fanciullo sente questo desiderio di disegnare prima ancora di comprendere il senso linguistico e di una comunicazione intenzionale, ed esso è dato dal desiderio di lasciar traccia di sé.
I primi tracciati grafici del bambino li possiamo definire dunque, come un evento cinetico, che ha come unica intenzione quella di lasciare una traccia visiva, che provoca piacere motorio e visivo ed è generato “ da una sovrabbondanza di energia neuro-muscolare” e questo fa in modo che il fanciullo lasci segni, con entusiasmo, su ogni superficie che trova davanti a sé.
La possibilità di scarabocchiare è anche un esperienza percettiva e sensoriale che favorisce la scoperta di sé come essere intenzionale e differenziato dagli altri.
Questo aspetto molto importante per lo sviluppo è favorito da tutta una serie di esperienze, cioè i giochi di proto costruzione, nei quali il bambino modifica l'ambiente che lo circonda provando piacere e soddisfazione per i cambiamenti ottenuti.
Attraverso queste esperienze i bambini iniziano gradualmente a prendere conoscenza del proprio essere corporeo e del mondo esterno come “l'altro sé”, misurandosi con esso in rapporto alle loro possibilità e ai loro limiti.
Gli educatori in questa fase potranno incoraggiare i fanciulli, lasciandoli in primo luogo liberi di esprimere la propria creatività e voglia di esplorazione permettendo loro di utilizzare materiali che lasciano traccia nell'ambiente circostante come ad esempio tempere adatte alla propria età e anche materiali commestibili, lasciandoli liberi anche da impedimenti fisici come ad esempio i vestiti a tal fine è consigliato l'uso del solo body o del pannolone, in questo modo i bambini ampliano, come detto prima, la loro conoscenza dell'ambiente esterno e la consapevolezza della propria individualità rispetto agi altri.



Fonte dati: L. Chicco, "Progettare il fare al nido: un processo di cambiamento continuo", edizioni junior,
F. Monti, R. Fava, B. Luppi,"Lo Scarabocchio al Nido", edizioni junior.

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