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"Esempio di scarabocchio infantile" Fonte:"http://latanadelkilimannaro.blogspot.it/ 2011_11_01_archive.html" |
La maggior parte
delle persone adulte li considera ancora come se fossero degli
scarabocchi senza senso infatti la definizione che ci danno i comuni
vocabolari è questa: “ macchia di inchiostro; disegno fatto alla
peggio”.
Lo “scarabocchio”
però è molto di più di quello che si pensa, è lo specchio
dell'animo del bambino che con esso cerca di sdrammatizzare o rendere
meno duro un disagio patito o rendere ancora più potente un'emozione
positiva.
Il disegno può
servire come tramite tra il sé del bambino e il mondo esterno oppure
servire come un modo per l'auto-esplorazione di se stesso.
Se guardiamo nel
passato, l'idea del bambino “naturalmente artista” risale al
Settecento, secolo in cui avviene la scoperta dell'infanzia, vista
da Gian Battista Vico come l'età d'oro dell'arte.
Tutto il
Romanticismo si sofferma nel ricercare le competenze del bambino
considerandolo come colui che possiede “ l'occhio innocente” non
ancora contaminato dalla ragione e riesce a guardare la bellezza
ideale della natura ed è da questo secolo che si cercano le
somiglianze tra l'arte primitiva e disegno infantile.
Dobbiamo pensare che
queste grafiche artistiche del fanciullo non si sviluppano
spontaneamente come ce lo immaginiamo, anzi al contrario esse sono
atto del pensiero che va stimolato e richiede una tipologia di
interpretazione che usi regole condivise. La stimolazione del
pensiero consiste nella capacità di combinare in maniera nuova e
modificandoli: oggetti, strumenti, situazioni, pensieri generando
così una “sorpresa produttiva”, ossia il disegno.
Quindi in poche
parole quello che vorrei sottolineare è che dobbiamo aprire i nostri
orizzonti della definizione di Arte; non dobbiamo solo fare
riferimento a quella Romantica legata al Bello cioè alla vera
riproduzione realistica di qualcosa che sta nel mondo esterno.
Ma dobbiamo
considerare che l'artista è colui che vive un preciso momento
storico,cosi come il bambino vive in maniera unica il suo momento di
crescita, combina la sua visione del mondo, i suoi processi di
pensiero, le sue idee rendendole visibili simbolicamente e
metaforicamente attraverso l'opera d'arte. In questo modo quando si
osserva l'opera si può riuscire a trarre un processo mentale.
Si pensi quando si
osserva ad esempio l'Arte Astratta, ci risulta incompressibile e a
volte anche ironica ma questo avviene perché la guardiamo con un
ottica in cui vogliamo trarre un significato oggettivo; invece quello
che vorrei evidenziare è che il significato di queste opere va al di
là di ciò che vediamo e quindi ci dovremo soffermare e domandarci
qual è il loro significato “nascosto” e cosi dovrebbe succedere
anche nelle opere dei bambini.
Quindi l'educatrice
bisognerebbe abbandonasse i classici comportamenti che prevedono di
insegnare al bambino come si fa, cioè come si disegna, come si
dipinge, ma di lasciarlo libero di disegnare al fine di esprimersi
senza restrizioni e infine di interpretare il suo disegno da un punto
psicologico assegnandogli un significato senza coinvolgerlo.
Fonte dati: Luca Chicco,"Progettare il fare al nido:un processo di cambiamento continuo", edizioni junior.
Fonte dati: Luca Chicco,"Progettare il fare al nido:un processo di cambiamento continuo", edizioni junior.
Ciao Giorgia :)
RispondiEliminaMi chiamo Maria Vittoria e sono mamma di alberto il mio cucciolo di 1 anno.
Ho letto il tuo post e l'ho trovato molto interessante specie l'accostamento tra l'artista e il bambino.
Avrei una domanda da porle, alberto ha già cominciato a disegnare in modo autonomo e quasi naturale volevo chiedere allora da dove nasce l'istinto del bambino a disegnare?